Sanity is a madness put to good uses; waking life is a dream controlled.



XVIII

Chi sono Welcome In The Universe Contatti

Mi chiamano in tanti modi, ma molto spesso non rispondo. Leda, ski-lellè del creativo, quindici anni o poco più, ovunque ma altrove, V A del Ginnasio di Urbino. Mi piacciono tante cose, tento di farmele piacere se non le conosco ancora. Ne odio poche, tutte da ridere. Controsenso per professione, marionettista per diletto e condanna, antitesi dei luoghi comuni, dannazione di questo regressivo progresso. Forse parlo senza preoccuparmi di essere capita. Non ha importanza, non più. Eppure il silenzio rimane.
MUSIC; Now I'm listening to BOOKS; Now I'm reading
De André • Led Zeppelin • Pink Floyd
The Verve - Bittersweet Symphony
F. De André - Creuza de ma
Guns n' Roses - Knocking on Heaven's Door
Placebo - Passive Aggressive
Phil Collins - Two Worlds
Gorillaz - 19 2000
Jeffrey Eugenides - Le Vergini Suicide
Murakami Haruki - Kafka sulla spiaggia
Ovidio - Le Metamorfosi
Stephen King - It
Begaudeau - La Classe
P. Khoo Thwe - Il ragazzo che parlava col vento
Charles Schulz - Coraggio, Charlie Brown!
MANGA; Inlove with what follows M o d e FILMS; Now I'm watching
21th Century Boys . ???
D.Gray-Man . Hoshino
Dogs - Bullets&Carnage . Shiro Miwa
Mode: Memories COLLECTER

VOLA IL TEMPO LO SAI
che vola e va; forse non ce ne accorgiamo
Ma più del tempo, che non ha età
Siamo noi che ce ne andiamo.
Can you feel the pressure?

i m p l o d e , Chaser
Aang, la Leggenda
The Crow
Waking Life
The Prestige
Message For You Iniziative & Forum
Ti offenderesti
Se ti chiamassi
Un tentativo?
Bambino con gli occhi d'acqua non voltarti se c'è bassa marea. A questo mondo affogano più pesci che gabbiani.

No one's gonna take me alive,
Time has come to make things right,
You and I must fight for our rights,
You and I must fight to survive
Non permetterò che tu cada in eterno - abbatterò tutte le stelle piuttosto.
Writers' Zone
 

Jericho XVIII
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I n f o

What's her name?
Mi chiamano in tanti modi, ma molto spesso non rispondo. Ho quattordici anni e ne dimostro di più e di meno a singhiozzi. Mi piacciono tante cose, o almeno tento di farmele piacere se non le conosco ancora; ne odio poche. Mi diverto come mi pare, e fondamentalmente mi piace fare quello che mi passa per la testa, per principio.
Inguaribile errante di mondi invisibili, occhio d'ambra e cuore di cristallo. Zanne di pece e artigli d'avorio; ostentare indifferenza è il mio difetto, di pregi ho solo una pelliccia a righe nere.

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B_NORM    
view post Posted on 31/1/2010, 14:32 by: Jericho XVIIIReply
Come se, per un attimo, in questa casa fosse tornata l'estate.
Tra strabici e congiuntivi, gente all'angolo e shangai, non ci deterioriamo come tutto il resto. Il perché non è importante: a me serve il come. Quello che succede ad ognuno di noi in quelle ore che ci sono gli altri scompare, o viene degradato alla funzione di complemento oggetto di un discorso: niente più che qualcosa fuori dal presente, su cui chiedere consiglio, opinione, riderci su. Ciascuno con i propri segreti, le proprie beghe dentro, i pensieri che non si possono pronunciare, è vero; ma è così facile rinunciare ad una smorfia di tristezza, se accanto a te qualcuno ride e ti provoca. Così semplice metter da parte tutti i guai, schiudersi a dei minuti di vita senza dèi e interrogazioni a sorpresa. E poi la fiducia, la certezza di non dover rinunciare a ciò che si ha, gli sguardi d'intesa, e risate, risate, risate. Come se tutto per un po' fosse tutto un ridere e scherzare. E ti viene da chiederti, per qualche istante, se in fondo vivere non sia poi esattamente così. Ma non hai tempo per riflettere. Ti hanno già spinto, o tirato per il colletto della maglia, o lanciato qualcosa. Sei proprietà di chi ti sta intorno, adesso. Ti butti in gioco. Non chiedi niente di meglio.
Non c'è bisogno di disperarsi, di pessimismo, di soffrire. Se c'è qualcosa che non va c'è sempre qualcuno che vuole ascoltarti. Se sei felice, hai con chi condividere la tua gioia. E ogni minuto che passa porta con sé una sorpresa, qualcosa che rimarrà nella memoria, che siano parole, sentimenti o dita che si sfiorano.
Anche se siamo grandi, ormai, e ci siamo già lanciati in mezzo al mondo e ci hanno trascinati verso un periodo più maturo, restare così è una protesta, è libertà, disinvoltura, un modo per non arrendersi mai a fare quello che si vuole. E ci torna in mente quant'è bello giocare, e pensiamo che non abbiamo mai smesso di farlo.

scusatemi tanto i toni//
fragili come fatti di creta
chi se ne frega
tanto ne muoiono 5 come me ogni sabato sera
schiantato sul male
dal quale stavo scappando
liquidato dal giornale
quelli si stavano tutti drogando
cazzo ci lamentiamo noi abbiamo tutto qui
possiamo scegliere tra the' vodka o gin
tre vodafone o tim
liberi pero' senza vie di uscita
a me piace il rosso sangue quindi mi serve una ferita

Comments: 1 | Views: 74Last Post by: LonnomBao (31/1/2010, 22:22)
 

B_NORM    
view post Posted on 27/1/2010, 21:24 by: Jericho XVIIIReply



Mer 27 gennaio 2010

Non dovrei ricominciare. Come una droga (zucchero? ) questo svuotarsi la mente su una pagina di word, buttare fuori tutto per iscritto, come se non avessi già tutte le parole incise a coltellate nella testa. E' un mondo di paradossi. Non ve ne accorgete? No, è... più semplice tirare dritto in una unica direzione, come muli coi paraocchi, ognuno a trasportare il suo carico di quotidianità. L'asino della versione ha umiliato il cavallo superbo per invidia, non perché era ingiusto. La vita non è giusta. E' perfetta. C'è una bella differenza.
Perché quell'asino morirà e sarà dimenticato, il cavallo vivrà per sempre attraverso suo nome negli archivi dei vincitori.
Come se non sapessi che mi sto rivolgendo a te, ancora. Guardami mentre rido. Studiami. Perché nella mia gioia c'è sempre una parte di te.
Un mondo solo è un mondo perso. La solitudine può essere condivisa. E mandata a farsi benedire.
La pinna caudale fa un altro movimento di esasperante lentezza, e il pesce rosso sbatte contro il vetro. Cinque minuti dopo non si ricorderà più di averlo fatto, e ripeterà il suo gesto, così all'infinito.
Fate così anche voi.
Avevano ragione, il sesso è così squallido. Talmente tanto che non esiste più neanche il tabù di pronunciarlo, e la trasgressione si spinge oltre, e oltre, incontentabile. “Sai io... credevo in noi due. Quanto sono stato stupido. Niente funziona come noi speriamo. Nessuno sa aspettare. Nessuno sa amare un altro come dovrebbe”: ecco, Sid era un illuso, per quanto possa somigliare a Scaglio. Un illuso e un fallito. Io non sono così. Non devo rimediare a nessun errore. Non ho sbagliato. Non ho rimpianti. Solo una vita intera da vivere, e sì, non mi stancherò di ripeterlo, perché questa è la mia euforia. E' il mio rifiuto di aspettare. Il tempo cambia gli uomini. Io sarò la prima donna a cambiare il tempo. Come Momo nel giardino dell'Eden, a cogliere ore-fiore con Vecchioni per colonna sonora. So che devi colpirmi a morte; e colpire forte. Figlio figlio figlio.
Mi sento rinchiusa in questa gabbia di ossa. Cartilagine e moralità. Ma non aspetterò che un dio mi venga a salvare. Chiamatemi blasfema, pazza, strana, alternativa, stronza, puttana, come vi pare. Nessuno ha mai chiesto al cielo di non piangere, e io adesso odio la neve. Stanno succedendo troppe cose. E io non chiedo di meglio. Cambierò, ne sono certa. Statemi a guardare. Abbiate la consapevolezza che tutto penso tutto quello che dico, e che dico neanche un centesimo di quello che penso. Mi diverto a lasciarvi indizi. A fare cose che sembrano non aver senso, e invece sono un altro punto in mezzo al nulla, un simbolo che vale più di mille parole. Mi brucia la lingua ogni volta che chiamo il nome de...

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Comments: 0 | Views: 179Last Post by: Jericho XVIII (27/1/2010, 21:24)
 

B_NORM    
view post Posted on 30/12/2009, 20:44 by: Jericho XVIIIReply

è un dio che è morto ai bordi delle strade
dio è morto


Mar 29 dicembre 09, 1:51



Abusivo. Come il nostro perpetuo domandarci perché siamo. Il cartello di Pescasseroli che non sapevo pronunciare. Il rumore della pioggia, il sangue rappreso, la voglia di correre scalza sulla neve. Le unghie nella carne, prendere a pugni il legno. Tu che sei lontano e io chissà dove. Fogli ingessati, esplosioni di colore, il solito silenzio assordante. Con gli auricolari alle orecchie in ascolto del mutismo delle genti. Mosè che affoga. Soffocare ma non nel film, nessuna madre malata, nessuna perversione professionale. Mi dico che torneranno i tempi delle cinquanta lire al mese, che sulle colline i minuti non passano mai. Il falco che sorvola il campo dietro casa e dà la caccia ai gatti. La paura di svegliarsi e non trovare più nulla. Nuto, Nieve, io gli occhi li ho chiusi spesso, e dietro le palpebre ce n'erano più di prima. Giocolo. Faccio rimbalzare i passaggi che non so fare contro il soffitto. Le mani scattano, afferrano la pallina, la lanciano in aria. Non deve cadere. Devi vincere. Cade. La raccolgo e riprovo. Perdo comunque. E poggio il capo sul cuscino, cerco le carezze del velluto. I sensi mi abbandonano e la vita li accompagna. Imparare a parlare. Interpretare i miei atti autistici. La coscienza della massa e il prefisso in. Preposizione semplice. Ablativo. Complemento di stato in luogo. Magari ci fossero paradossi. No, qui la verità è la Cenerentola delle finzioni. Persino le bugie si estinguono. La fata madrina è morta, le zucche sono loufa. Sappiamo solo ricordarci qualche favola cauterizzata. Non c'è nient'altro. La testa che cerca di mangiarsi da sola, di digerirsi il pensiero. La tua e la mia. A cozzare come le chele dei granchi che cacciavamo a Marotta, scalando le rocce e denuclearizzando gli scogli. I capelli bagnati bolliti dal sole di agosto. Lo stesso che ora ci umilia il ventisei dicembre. La gente che piange, la gente che urla. L'impotenza di intervenire solo violentemente. Tutto che cade a pezzi. La vita che si sfascia. Mio fratello che suona il violino mentre sulle ciglia mi si ghiacciano lacrime di rabbia. Lontana da tutto e senza calore. Come una vecchia stufa spenta. Una vecchia, stufa e spenta, come quella che ci gridava di andarcene dal campo perché calpestavamo l'erba medica. Prima che si posino loro due monete sugli occhi, fate assaggiare ai loro piedi l'erba fresca, lasciateli giocare nei boschi. Lasciate che tremino per il lupo e l'uomo nero. Fate loro da padre, e da madre, saltate a lunamoonda, insegnatevi a cantare e a rubare il tempo. Lo schermo di cartone. Kermit che prende in giro il mondo, e quello che non smette di ruotare. I licenziamenti di massa degli amici immaginari. C'è la crisi, c'è ...

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Comments: 0 | Views: 52Last Post by: Jericho XVIII (30/12/2009, 20:44)
 

B_NORM    
view post Posted on 30/12/2009, 20:32 by: Jericho XVIIIReply

La sua ragazza porta un filo rosso al collo


Me ne sto qua, rannicchiata in mezzo al tappeto del soppalco, la testa tra le mani, ascoltando la pioggia che scroscia sulle tegole.
Un po' mi faccio ridere. So che tante persone soffrono; con che coraggio io trovo questa euforia ovunque, nascosta in ogni piega del tempo? Basta un minuto, una luce particolare, un inverno scherzoso, maniche che si sfiorano. Ci viene più normale identificarci nel dolore. Io scelgo di fare il contrario. La tristezza ha bisogno di permessi, la felicità solo di un sorriso ospitale.
Sono una codarda, una fottutissima codarda, ma ecco perché sorridevo. Mi guardavo soffrire e mi accorgevo di quanto invece questo casino dovrebbe darmi solo calore. Ed è effettivamente così. Mi sento viva, con i miei guai -i tuoi, anche- e tutto il resto. Non chiedo di meglio. Soffocavo nella mia vigliaccheria, ma mi crogiolavo nel sentimento. E avrei voluto farla finita. Sentivo urlare da dentro “sono qui, non importa nient'altro”, ed ero lì veramente, e del resto non mi importava davvero. Un equilibrio fragile e controverso, ma perfetto.
Fulmini. Distogliere lo sguardo mi acceca. Magari non te ne sei mai reso conto, ma dopo aver guardato te, tutto il resto sembra invisibile. Fa male, tantissimo. E' come se fosse l'ultima volta, quando neanche ce ne è stata una prima. Hai ragione, a volte lo evito; mi sento così stupida, piccola e sbagliata. Incompatibile con questo mondo dove o si è geni o si è cretini. Incastro ogni cosa come a Tetris, aspettando il game over, costruendo torri su torri, gemelle omozigoti, volando senza ali sempre più su, fino alla nausea.
Ci vieni con me oltre la morte?
Saliremo così in alto che non riusciremo ad alzarci in piedi. In ginocchio sulle vette del mondo. E delle stelle farò le nostre corone, della luna solo uno specchio, il sole una abat-jour senza bolletta.
Vorrei piangere. Dire a tutti che la mia vita è veramente uno schifo, uno schifo ineccepibile. Tutto quello che faccio è in funzione dell'unica cosa che potrei perdere. Senza di questa, io vado all'inferno e porto con me più gente possibile.
Tetra? Io tetra? Io realista. Io ottimista inguaribile. Io eccentrica nelle mie gioie immotivate. Ma no, mi spiace, tetra proprio no. Non permetto al mondo di farmi quello che viene imposto a tutti gli altri. Io mi evolvo. Non mi faccio influire. Grammaticalmente, di solito, scorretto. Ma moralmente no.


Comments: 0 | Views: 55Last Post by: Jericho XVIII (30/12/2009, 20:32)
 

B_NORM    
view post Posted on 4/12/2009, 22:27 by: Jericho XVIIIReply

Don't you throw your love around
What in the world, what in the world
Could ever come between us?



E cerco di distrarmi.
Gli occhi possono sentire i sapori? Cosa rimane, quando gli sguardi si assaggiano l'un l'altro? Solo il ricordo, forse. Ma i miei occhi bruciano. E ho dimenticato tutto.
Mentre il cielo diventa meno blu, scolorandosi fino a morire nel grigio delle nuvole di pioggia, anche il resto perde il suo senso. Mi guardo le mani. Grigie. Guardo la mia parete azzurra. E' grigia.
Ma non ci credevo. Ho staccato i poster, i fogli, nel muro davanti alla scrivania. Per vedere meglio. Il cielo è un po' meno blu? Ho fissato il muro e le gocce di pioggia fuori dalla mia finestra per due ore. Avevano lo stesso colore.
E cerco di distrarmi.
Cade in pezzi, tutto. E ce ne accorgiamo. Gli stessi vetri nei quali si specchiava il nostro sorriso ora ci lacerano i polsi. C'è odore di sangue, nell'aria. E' il nostro tempo che muore.
Ogni giorno si spegne una fiamma. Viene a mancare in una bugia, nel fumo delle sigarette, nei baci senza passione. Quella fiamma è come il tizzone di Meleagro: spento, ormai, tenuto in vita già bruciato, rinchiuso in un cofanetto d'oro da una madre - il nostro istinto - possessiva e folle. Perché tra l'Ade e questa terra ormai il confine è sottile, lampeggia luminoso mettendoci in guardia, a noi talpe senza luce, serpeggia dove rimane spazio: le nostre risate lo nutrono, lo rassicurano, lo fanno volteggiare nelle gioie e nelle disgrazie. Come divinità inconsapevoli noi siamo la nostra stessa salvezza. Cerchiamo un padre eterno per render conto a qualcuno della nostra allegria, e seppelliamo il nostro merito nella rassegnazione, perdendo quel poco futuro che ancora riesce a sfuggirci.
E cerco di distrarmi.
Cos'è la normalità? Stupide, dannate parole. Senza di voi non sarei nulla. Senza di voi non avrei perso nulla. Senza di voi, la Morte sorridente avrebbe già posato due monete fredde sulle mie palpebre calate. Eppure guardatemi: sì, voi, che potete vedermi in faccia. Vedete come vivo? Come fingo? Forse no. Quella ragazzina che guarda lontano non ha niente di speciale. E' piccola, è bassa, ride, critica, consola, ascolta, aggiusta. Ma rimane. Resta nella pece del mare. Zorba, Zorba, mi insegni a volare? Il cigno lo so fare, le ali non le ho; ma chiudo gli occhi, e trovo un cielo che mi aspetta.
Cerco di distrarmi. La normalità non è più una parola. Da quel cielo cadono angeli e spettri, freddi e morti, fitti come una pioggia acida e atroce.
Il resto non ha più senso. Era Humpty Dumpty, l'eggman. E' caduto e si è rotto. Alice si arrampica sullo specchio e riga con le unghie da bambina la sua gabbia di vetro. Non ci sono Regine di Cuori a darle un equo pro...

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Comments: 1 | Views: 67Last Post by: H i k a r i; (17/12/2009, 20:01)
 

B_NORM    
view post Posted on 1/12/2009, 19:25 by: Jericho XVIIIReply

so the world goes round and round
with all you ever knew -


Pensi di riuscire a sparire così?
Pensi che io sia cieca? Pensi che sia muta, o sorda? Tra tutto quello che mi può mancare, forse solo zoppa potresti chiamarmi: perché sì, ancora non riesco ad alzarmi e correrti incontro.
Ma vedo il tuo sorriso, ed i miei occhi tremano, leggono il viso falso con il quale ti travesti, cercano di essere te per un istante, quello che basta per capire se c'è veramente un tizzone in te, o solo cenere. Ma anche così fosse, codarda di una fenice, non ti illudere: risorgeresti dalle tue stesse polveri, come faccio io ogni mattina.
E sussurro, le mie labbra fremono, il mio amore silenzioso secca la gola e brucia i miei canti, quelle note che si spengono in solitudine in altri sguardi fuggiaschi e spettri di tacite preghiere. Oh, no, tu non sai quante cose di me ho affidato al vento, supplicandolo che spirasse oltre i vetri della tua finestra, a mormorarti giorno e notte nelle tue noie suicide la mia storia, i miei peccati, i miei domani che non verranno mai. Quante stupide lettere, carta e sogni, cigni di sabbia e miele, ti ho scritto quando la luna faceva troppa luce per non svegliare il sonno degli innocenti; quante felicità non leggerai, per colpa del mio timore.
Ascolto; la tua risata, le tue parole, i tuoi silenzi. Forse è questo che non ti manca: le dolcezze non dette, la paura che taci, il sentimento che tenti di reprimere con illusioni e bugie. E' quel silenzio che io amo, e detesto; quello di te che si nasconde, tu stesso che fuggi, ciò che potresti fare, e non fai. Sei una pagina bianca, tu; tutto e niente. E non hai idea di quanto sia essenziale tu, per me, la ragazza che non vuole piangere, che di scrivere nell'aria fragile e su questi muri di pregiudizi ne ha abbastanza.
Tu vivi. Tu sei. Esisti, forse non vuoi, ma cammini anche tu su questa terra. E quanti passi abbiamo mosso insieme, quanti voli d'angelo oltre le apparenze con un solo sguardo. E le corse che farei con te attraverso il tempo e i limiti di questa stupida epoca che ci lacera da basso, i sorrisi che potrei regalarti, la pioggia; le lacrime di gioia e dolore che rinnegherei, malata d'euforia, nell'esistenza sciocca e piena di piccola vita che potremmo consumare l'uno con l'altra, davanti ad un fuoco acceso, con la neve, sulle spiagge di queste menti giovani.
Ci distruggono ogni giorno, anche tu lo sai. Tu non vivi nelle false convinzioni dei vecchi e dei principi. Tu sai, non è vero? Ma nessuno ti ascolta. I problemi non si bruciano. Evitare di urlare non renderà meno inutile quel megafono rotto che Miku stringe nelle mani sanguinanti.
Lascia che sia. Ma che sia come vuoi tu. E' semplice, no? Insegnam...

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Comments: 0 | Views: 58Last Post by: Jericho XVIII (1/12/2009, 19:25)
 

B_NORM    
view post Posted on 24/11/2009, 17:26 by: Jericho XVIIIReply
Oh people, hearts collide.
A quanto pare la voce mi è andata via davvero. Torno a urlare a modo mio, musica nell'aria, parole e pensiero fitti come aghi nel cuore. Love is war, koi wa sensou: tanti, tanti stupendi sorrisi che per una volta splendono davvero.
Sembra inevitabile che si ripeta tutto, così follemente da lasciarmi spesso senza fiato, con quelle consuetudini atroci nella loro semplicità. Magari sono io che sbaglio. Dovrei fare un passo indietro e rimanere lì, come non ho mai fatto?
Mi rannicchio e aspetto. Sono così piccola, stretta in questo corpo che piano piano inizio a sentire mio. Ascolto. Oltre le note delle canzoni, oltre le voci della cucina, oltre i passi che risuonano sul soffitto, oltre il battito del mio stesso cuore: c'è una voce, più silenziosa di tutte le altre, che mi sussurra la giustizia, che mi suggerisce la verità. Stupida voce, la rimprovero io. Non ho mai chiesto di sapere. Non li ho voluti io l'intuito, la ragione, la speranza, il giudizio. Non ho mai desiderato tutto questo. Eppure li hai, dice la voce, e tace. E io muoio. Sai perché? Tu. Sai perché? Perché quel silenzio, quel nulla né bianco né nero, quel non esistere che occupa lo spazio dove manca qualcosa ha lo stesso, tremendo suono delle parole non dette, delle tue parole non dette. Lo sai, che ti amo? E rido, rido tra le lacrime perché è sempre lì che si snoda il dilemma, c'è sempre un vertice G a puntellare la malinconia. Il silenzio della mia voce è il l'esplosione dell'abisso che ho dentro, è la nostra tristezza, è il vuoto che sento quando mi accorgo che in fondo sono sola. E' mille altre cose, mille altre atroci negazioni. Quel silenzio è la pelle liscia e tirata di chi non sorride, è il posto vuoto alla tavola degli orfani, è l'anulare libero con la cicatrice, è il guardarsi e il non dirsi nulla per timore ed esitazione come abbiamo fatto noi tante volte, struggendoci, forse, nel rimpianto. E' per quel vuoto che io vivo. Per fare in modo che non sia. Perché farlo è la cosa più semplice di tutte; qualsiasi cosa che è vince il vuoto e la disperazione del Nulla di Fantàsia, così che l'Infanta Imperatrice possa vivere. Eppure mi guardo intorno e il Nulla avanza, divorandosi anche quello che rimane. Perché le persone scelgono di non-fare. Perché la speranza, ormai, la provocano soltanto i folli.
So fare tante promesse, chissà quante ne mantengo. Però non mi stanco. Solo vorrei vivere tutto questo con te, perché ne vale la pena. Il mondo è davvero perfetto, non ci stanno prendendo per il culo da diecimila anni, basta viverlo. Ti prenderei per mano, se me lo permettessi, ma neanche così tanto: basterebbero parole, una gu...

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Comments: 0 | Views: 44Last Post by: Jericho XVIII (24/11/2009, 17:26)
 

B_NORM    
view post Posted on 6/11/2009, 18:29 by: Jericho XVIIIReply
Troppo perde 'l tempo. E come l'assioma della follia io rimango io, a sudare me stessa con le mie arti da retorica bugiarda.
Così non va. Vorrei che ci fosse qualcuno ad ascoltarmi, invece di limitarsi a giudicare e sopportare quello che dico, faccio, penso. Che lo facciano pure; se il giudizio fa l'uomo nella tanta declamata shame culture così sia. Tanto non considero mia questa gente quanto loro mi considerano con loro. Non lo so, se ho voglia di stare a guardare. Tanto tutto cade a pezzi comunque.
Mi butterò senza paracadute sul pavimento del mio più fragile castello in aria; e chissà che quest'aria non diventi gas, che il mio paracadute mancante si sostituisca con delle ali; e farò mie quelle piume di certezza, come fossero fortezze sulla sabbia della mia coscienza.
No, non mi interessa se quello che dico viene capito. Io parlo, e solo pochi sanno ascoltare la mia lingua; e tra quei pochi ancora meno sanno comprenderla. Volendo so farmi intendere; volendo posso impregnare una sola frase di livelli e livelli di significati che solo un occhio brillante scoverà, nascosti nella piega del mio stupido sorriso.
Vorrei poter dire che almeno ho un dove a cui tornare, invece non è così. Persino il luogo che mi si è prepotentemente imposto come casa è diventato un campo di battaglia, una tensione continua che si nasconde dietro muri di silenzio e cose che non ci sono, ovvero quelle che vedo meglio.
Rivaluto i miei obbiettivi: chiedo forse troppo? Certo. Altrimenti non avrebbe senso lottare tutte le mattine contro il sonno, sconfiggere la morte che si maschera di desiderio dentro la mia mente che testarda non si fa corrompere dal caldo inchiostro, dimenticare i ricordi che cancellano memoria. E sempre parole, giochi, sfide, un continuo soffiarsi addosso come incubi e sogni sullo stesso specchio di stanchezza.
Non mi lamenterò della solitudine. Non ne ho motivo. Posso ottenere ciò che voglio con l'unico immancabile prezzo di negare parte di ciò che sono; allora mi rifiuto, rinuncio, conquisto con sangue e tempeste le cose che più mi sono lontane.
Sakuroke lega il filo rosso attorno al collo del gatto del Cheshire, lo accarezza e ne dipinge il contorno: e lì quello rimane, ad impazzire nella staticità dei suoi limiti.
Ah, che bello ridere senza curarsi del motivo, che bello fissare il sole e chiedergli cortesemente di splendere un po' più. Che bello canticchiare canzoni che nessuno ricorda, che bello indossare maschere di zanne di zucchero: e intanto il tempo p...

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Comments: 0 | Views: 81Last Post by: Jericho XVIII (6/11/2009, 18:29)
 

B_NORM    
view post Posted on 15/10/2009, 20:56 by: Jericho XVIIIReply
You're all lonely ||
Chissà perché ogni sorriso si spegne. Chissà perché ogni candela è destinata a consumarsi. E ogni vita che nasce, sa che dovrà morire? Va bene. Va tutto benissimo, sono con te. Ti parlo, scherzo, mi diverto; e sono in tua compagnia, ed è questo che voglio. Tranne che per un fottutissimo dettaglio. Lo sai, piccolo gei? Quella tua mano calda, quella che mi sfiora a volte per caso, io vorrei stringerla. Leggi nei miei occhi, perché io ti supplico: dimostrami che esisti. Ditemi che questo non è un sogno, perché se lo fosse potrebbe diventare un incubo. Se invece è solamente la cruda realtà posso addolcirla finché mi piace.
E ascolto il mio giorno che muore, e piango. Perché so che ce ne sarà un altro, dopo, e un altro ancora, finché non sarò stanca.
Vorrei passarla con te, questa vita: è questo che mi sostiene. La certezza universale è una: cercarti per trovarti. Ed è una caccia di cui mi importa solo la meta.
Ho scelto che sarò fedele a quello che credo, anche a costo di rovinarmi. Anche se mi farò male, anche se dovrò soffrire. Io spero e non penso al peggio. Va bene così.
Solo questo: tanta voglia di essere viva. Di sentire caldo con 2°. Di andare a letto tardi, di parlare al telefono, di ridere, di abbracciare, di sognare, di essere triste per le cazzate. Di fare la Diana dei boschi, di prendere in giro chi amo, di dare pacche sulla schiena e di svegliarmi tardi. Ho voglia di vivere. Di correre, ma non via: incontro a tutto, incontro a tutti, come un n00b nelle quest online di CoD. Voglia di sorridere al sole, voglia di sorridere a chi piange: voglia di prendere il mondo per mano e sfidare il sole gridando trentasette gioie.
Non abbasserò lo sguardo, rimarrò il controsenso di me stessa, coerente a tutte le mie follie.
Eam amentia vocant.
E saluto lo spettro dei falsi sorrisi che è tornato ad infestare il mio viso.


Jéri
Comments: 0 | Views: 58Last Post by: Jericho XVIII (15/10/2009, 20:56)
 

B_NORM    
view post Posted on 10/10/2009, 19:10 by: Jericho XVIIIReply
Sono in macchina, la radio impostata su una frequenza senza nome che fa musica che non conosco ma che mi annebbia i sensi, mi confonde e mi acceca. E con gli occhi fissi sulle luci penso a te.
Penso ai tuoi sorrisi che non mi regali, penso al tuo sguardo qualche volta distratto dal vuoto che colma il mondo attorno a noi; penso alle tue spalle, che tante volte sono rimasta a guardare cercando di sbirciare dentro di te, senza permesso, ladra di parole non dette. Penso al tuo cuore che batte; penso a quel cuore che batte contro il mondo, contro la corrente di acque vorticose, contro la morte dellla mente che spinge giù e giù: penso al tuo cuore che non è mio ma che batte per sé. E sono felice.
Alle vostre domande sorriderò spensierata; delle vostre diffidenze riderò alle stelle, delle vostre paura mi farò un tappeto su cui camminare, del vostro disprezzo paesaggi da lasciarmi dietro. Cause love is noise, love is pain, love is these blues that you’re feeling again.
Penso a quanto sei codardo e quanto lo sono io. Penso che potrei prenderti il viso tra le mani, al costo di lasciarti sorpreso, fissarti veramente per una volta e guardarti dentro, specchiarmi nei tuoi occhi e non uscire più, e stringerti e abbracciarti perché -sono banale, ma la semplicità è ricchezza- perché ti amo e questo mondo cattivo qui fuori non è niente, perché il mio mondo sei tu.
Sfiorarti una mano e sognare di averne il permesso; e m'incanto in te, mi dimentico incubi e bugie, speranze e rimorso. Perché tu ricordi ciò che io dimentico. Ma tu sei carne, tu sei materia viva e mutevole, sei futuro e passato, presente che fugge via, sei alba e tramonto di quello che vivo e non lo sai. Sei uomo e vivi, e io ti amo.
Penso che in ogni momento, in ogni respiro, in ogni sospiro e risata, in ogni scintilla di esistenza c'è la tua eco lontana, il mio desiderio e la mia passione, il mio tormento e la mia gioia, perché tu sei, sei e sei tu; ed ogni volta che mi sveglio, la mattina, quando salgo in macchina e quando disegno, quando mormoro parole che nessuno comprende e quando mi guardo le mani per vedere se son viva, sempre e sempre lo faccio perché questa è la mia vita e io la passo senza di te; questa è la mia vita che io potrei condividere, regalarti, offrirti e immolarti, come la miniatura all'inizio di una fiaba, come un bacio quando la sera avvolge le case, come me e te senza catene sulle ali e museruole a chiuderci una bocca che di parole ne ha da dire, e di carezze non si spreca.
E sarai la mia alba, sarai il mio tramonto, sarai il filo che mi ancora alla terra quando già raggiungo la gente che mi chiama da lassù. Lascia che io sia ciò che tu cerchi; perché io ti cerco da una e mille vite
E tutto quello che faccio, tutto quello che dico e che sento, quello che rinnego e le...

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Comments: 0 | Views: 94Last Post by: Jericho XVIII (10/10/2009, 19:10)
 

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