Sanity is a madness put to good uses; waking life is a dream controlled.



XVIII

Chi sono Welcome In The Universe Contatti

Mi chiamano in tanti modi, ma molto spesso non rispondo. Leda, ski-lellè del creativo, quindici anni o poco più, ovunque ma altrove, V A del Ginnasio di Urbino. Mi piacciono tante cose, tento di farmele piacere se non le conosco ancora. Ne odio poche, tutte da ridere. Controsenso per professione, marionettista per diletto e condanna, antitesi dei luoghi comuni, dannazione di questo regressivo progresso. Forse parlo senza preoccuparmi di essere capita. Non ha importanza, non più. Eppure il silenzio rimane.
MUSIC; Now I'm listening to BOOKS; Now I'm reading
De André • Led Zeppelin • Pink Floyd
The Verve - Bittersweet Symphony
F. De André - Creuza de ma
Guns n' Roses - Knocking on Heaven's Door
Placebo - Passive Aggressive
Phil Collins - Two Worlds
Gorillaz - 19 2000
Jeffrey Eugenides - Le Vergini Suicide
Murakami Haruki - Kafka sulla spiaggia
Ovidio - Le Metamorfosi
Stephen King - It
Begaudeau - La Classe
P. Khoo Thwe - Il ragazzo che parlava col vento
Charles Schulz - Coraggio, Charlie Brown!
MANGA; Inlove with what follows M o d e FILMS; Now I'm watching
21th Century Boys . ???
D.Gray-Man . Hoshino
Dogs - Bullets&Carnage . Shiro Miwa
Mode: Memories COLLECTER

VOLA IL TEMPO LO SAI
che vola e va; forse non ce ne accorgiamo
Ma più del tempo, che non ha età
Siamo noi che ce ne andiamo.
Can you feel the pressure?

i m p l o d e , Chaser
Aang, la Leggenda
The Crow
Waking Life
The Prestige
Message For You Iniziative & Forum
Ti offenderesti
Se ti chiamassi
Un tentativo?
Bambino con gli occhi d'acqua non voltarti se c'è bassa marea. A questo mondo affogano più pesci che gabbiani.

No one's gonna take me alive,
Time has come to make things right,
You and I must fight for our rights,
You and I must fight to survive
Non permetterò che tu cada in eterno - abbatterò tutte le stelle piuttosto.
Writers' Zone
 

Jericho XVIII
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I n f o

What's her name?
Mi chiamano in tanti modi, ma molto spesso non rispondo. Ho quattordici anni e ne dimostro di più e di meno a singhiozzi. Mi piacciono tante cose, o almeno tento di farmele piacere se non le conosco ancora; ne odio poche. Mi diverto come mi pare, e fondamentalmente mi piace fare quello che mi passa per la testa, per principio.
Inguaribile errante di mondi invisibili, occhio d'ambra e cuore di cristallo. Zanne di pece e artigli d'avorio; ostentare indifferenza è il mio difetto, di pregi ho solo una pelliccia a righe nere.

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view post Posted on 16/7/2010, 02:23 by: Jericho XVIIIReply

13 luglio
Ciao amore mio. Buonanotte. Sono stata alla festa della birra con gli altri, la musica era buona, ho rivisto un po' tutti. Ma piangevo cantando e battendo le mani, lacrimavo d'assenza, le ciglia fradice invece di un'essenza salata come il rumore del mare nostalgico dentro quelle casse che sembravano conchiglie decadute. In ogni buona canzone c'è un richiamo ai rumori inumani. L'evocazione di quello che abbiamo rifiutato pagando per distinguerci dagli altri esseri viventi, fino a diventare non-viventi, a volte. Zombie e frutti di bosco. Ma la birra, lo sai, non mi piace, e queste labbra ormai son qua aride ad aspettare te, si rinfrescano solo di amicizie ritrovate, acqua, succo d'arancia, le strofe di Guccini, a volte. Nient'altro, tutto sospeso, momentaneamente indisponibile, oltraggiosamente privo di un segnale acustico. Le note riflesse nei miei occhi stasera non riuscivano a farmi tremare le ginocchia. Solo le onde sonore a spiegazzarmi la camicetta e i jeans, solo qualche ubriaco a calpestarmi le scarpe, a me così piccola, a me così impacciata, come un corpo a metà. Certo che ne mancavano di cose. Muscoli e pelle, soprattutto, un paio di occhi fantastici e voglia di lasciarsi andare, oltre a te. Questa languida lettera informale prende impronte di corallo e di ritmi inaspettati. Cuori di mosca e gusci di noce, là in cerchio a pogare. Ma perché, ma perché. Poi ci si accorge che il trucco è non chiedersi nulla.
Poi ancora, che bisognava crederci per accorgersi di sbagliare.
Chiacchiere mancate, silenzi narcotici, tutti attorno a me, sospiri trattenuti in questa vecchia camicia da notte, una zanzara solitaria a stimolare le descrizioni fuori programma. Ma cosa sto seguendo? Questo mi chiedo, e fisso oltre il mare. So che piove sull'oceano, stanotte. So che tra quelle onde sto danzando anch'io.
Cerco intermezzi anti-celebrativi ma poi non ho il coraggio di interrompere la sequela imperfetta che ho composto d'istinto. È contro natura, mi dico, e mi dimentico di quanto innaturale sia, in fondo, io stessa. Che cerco di emulare, forse inconsciamente - ma non troppo? - anime libere che riescono ad emanciparsi dalla semi essenziale supplenza delle voglie corporali che rendono tutti schiavi, oggi e domani. Cerco di ringraziare, e non so farlo. Cerco di adeguarmi, e il sangue si ribella. Cerco di stancare me stessa, e il cervello mi esplode. Ora vorrei dire che mi arrendo, ma non posso. In realtà lascio che sia. Lascio che sia, tra Madonne oscene e ceneri di poker, senza unicità, così, ché si impara a scegliere. Come mestiere ultimamente mi hanno affibbiato quello di trovare alternative, e di subire. Ma perché no. In fondo posso imparare a piangere in silenzio. E a comando. Che cosa atroce. Non permettetemelo, voi tre.
Nomi spagnoli improvvisamente s...

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Comments: 1 | Views: 66Last Post by: Æms (25/10/2010, 03:16)
 

B_NORM    
view post Posted on 16/7/2010, 02:21 by: Jericho XVIIIReply
Un apriscatole mi fa digerire il mondo.
Comments: 0 | Views: 40Last Post by: Jericho XVIII (16/7/2010, 02:21)
 

B_NORM    
view post Posted on 15/6/2010, 14:29 by: Jericho XVIIIReply
Me ne sto qui sotto il sole di giugno a studiare le macchie scure e mutevoli che i miei occhi sottopongono al primo vero cielo azzurro che riesco a guardare. Sono volti, figure, parole, ispirazioni improvvise che mi stregano conducendomi qua ad incidere, con la poca razionalità che mi rimane, gli istanti che vivo su flessibili ricordi di carta.
Penso che ti leggerei l'Iliade per farti dimenticare che tutto attorno a noi la gente muore. In fondo i migliori pensieri nascono dallo sradicamento virtuale dei dogmi, dal ribaltamento delle concezioni che sono alla radice nel nostro grande albero mentale che, forse per catarsi o magari per istinto, come un braccialetto rotto continua a spronarci il pensiero.
Tutti i bambini dovrebbero avere le mani sporche, e non per tenere lontane le Streghe ma perché, come sto imparando, anche il corpo ha una memoria. Le cicatrici sono un vanto, un ricordo; ti chiederei: feriscimi, cosicché qualcosa di te vincoli questa esistenza poco fisica nel mondo materiale. Ho la pelle pseudo-bruna che scotta e traspira parole, le mie tempie pulsano ad un ritmo che ha poco di sangue quanto più di vita. La pioggia d'estate.
Stavolta quei sussurri esistono. Si può avere idea, senza esserne graziati, del riscontro mentale di vedere ogni sogno, ogni intuizione, ogni speranza mordere la realtà poco a poco, incarnarsi in movimenti esistenti, lasciare le loro spoglie concettuali e tramutarsi, come rapiti dalla realtà, in qualcosa di vero e tangibile? Non mi concedo il tempo di rispondere. C'è troppa vita nell'aria che respiro, troppe occasioni dense in ogni gesto, in ogni frase. Non ha prezzo stringerti a me e fingere che esista qualcos'altro mentre il tuo odore mi accoglie come se stessi fuggendo da qualche incubo d'oltremare. In realtà le cose stanno così: ciò che non ha prezzo ha valore, il resto si ripete e non muore. Si parla di futilità dopo grandi eventi, nessuno ne ha voglia ma ogni resistenza è svanita davanti al tempo dell'Arte, del Momento. Tell me that you won't let go. Quindi scusatemi se ultimamente il livello delle mie conversazioni sfiora l'inutilità, ma sto vivendo qualcosa che mi succhia di dosso le parole ogni giorno, ogni minuto, ogni ora. Simulare malinconia finché non ci si accorge che non dura. Non sanno nulla di noi. L'infinitamente piccolo dentro di me danza, scivola su se stesso, cinge i nostri baci, piange di gioia ai bordi di ogni mio sorriso e lo sento stridere contro l'infelicità che circonda l'angolo di questa terra sferica dove vivo. Amico mio, tu non esisti: puoi essere ciò che vuoi, iniziare quando vuoi, è ora di essere qualcuno. Doma l'acquazzone che ti porti dentro, ingoia le pozzanghere, traccia anche tu qualche zeta, sii la volpe spagnola che tutti noi vogliamo. E grazie.
Dicono, dicono: che dovrei av...

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Comments: 0 | Views: 258Last Post by: Jericho XVIII (15/6/2010, 14:29)
 

B_NORM    
view post Posted on 13/5/2010, 18:44 by: Jericho XVIIIReply

always a blessed stranger to you


Mi ha fatto vibrare l'anima. La mia anima kalupsòmena. Quella che ondeggia con i ricci quando c'è vento, quella che ringhia quando c'è da aver paura, quella che lui dipinge con colori a pastello con la delicatezza immortale di non darle ancora un nome.
Guardo il mio corpo che sboccia, l'ispirazione che avvolge la gola, un dolore intenso che mi pervade cuore e membra, un calore improvviso a risvegliare le fiaccole del mio spirito. Nel suono ridondante di un violino io mi ritrovo, in un ritornello privo di parole annego come fossi stretta in vita da due cupide braccia di morte. Sento emozioni che si inseguono dentro di me, sotto la pelle, nelle vene, ubriache del mio sangue, estasiate dalla mia mortalità, le sento nascere e spegnersi, sopravvivere a stento, bruciare l'aria che respiro, contrarsi negli spasmi della mia felicità. Mi chiedo se tutto questo debba finire. Loro gridano, a volte ridono, non si fermano ad aspettarmi, i lupi non torneranno più sulle colline, c'è qualcosa che ora non cambierà più. Creatività disumana, di errante, di vagabondo di vite, di orfano d'Arabia, di capelli blu e combinazioni di HVI. Niente di più un sospiro, della carezza dolce di un paio di note assopite, il solito sguardo d'intesa, i soliti attributi obesi, l'ambiguità della noncuranza, come fraintendersi, fraintendersi troppo. Inventiva, non puoi fermarmi ora, non puoi rallentare questa rigenerazione continua, la muta della mia mente, gli scarti del mio pensiero, le crudeltà della selezione naturale, teste di dèi, corpo di uomini impudici, mattine d'estate senza sole, acquazzoni e profezie sotto un ombrello rubato ai poveri. Le cose che ancora non so, quelle che devo chiedere che mi insegnino, le scuse continue, i tagli, le ironie, tronchi di cenere, aghi di polvere sulle mie iridi offese da ciò che vedo. Aghi di polvere e suoni discordi, apologie all'indifferenza, vita, vita, vita, vigore, portami via, stringimi più forte, non c'è nulla qui per noi, solo una serie infinita di virgole e delusioni, ci hanno dato di più, ci hanno promesso un mondo, arche di burro, visi di sale, sorrisi di angeli, scuri e celesti, vibrisse e passi aggraziati contro il tramonto, compleanni mancati, ausili virtuali, vie di fughe trascendentali, accenti francesi senza dignità patriottica, genocidi di esuli grammaticali, e rime, rime, rime. Non regolarci, non metterci in fila, le righe con noi si intrecciano perpendicolari come fossero parallele nello spazio curvo. Partiamo da qui, fuggiamo via, chi c'insegue? Il sole; a noi la notte non spaventa, noi temiamo l'alba, perché si odia chi troppo amore ci dà. Mi hanno detto di non cadere, giurato che ali di cera possono perdere piume d'oro, mi hanno lasciata nuda davanti ad Eolo...

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Comments: 1 | Views: 67Last Post by: Joy XXXVII (14/5/2010, 05:55)
 

B_NORM    
view post Posted on 29/3/2010, 21:16 by: Jericho XVIIIReply

feel the almightness in our veins / love's our drug, life's our game



Pochi giri di parole: siamo nati a cavallo di un secolo che di briglie e zoccoli non ne poteva più. Siamo stati bambini a dondolarci sul precipizio del cambiamento, mentre i grandi piano piano imparavano il gusto di un futuro imperfetto troppo agognato per essere criticato. Quando ci siamo accorti di cosa volesse dire crescere qui era già troppo tardi; il nostro piedino scalzo era già immaltato nella società, nella fossa in cui è sepolto il tempo perso. Ormai le lapidi si portano al collo, si sa, e alle labbra si appendono baci a noleggio - talmente abituali e sporchi che sanno di usato. Dirò la menzogna la menzogna e la menzogna soltanto, vostro onore, lo giuro su questo menù del Burger King, che possa farcirmi il pagliaccio del McDonald. Mi sento un usuraio a sorridere così, un mago a spostare con così poche carezze il mio centro di gravità permanente da dentro la mia testa a fuori in mezzo agli altri; e un po' a mio agio, lo ammetto, a fare allusioni ormai comuni alle quali la gente si sta abituando. Prima facevo la schizzinosa, mi facevo spazio e sfrontatamente permeavo ciò che mi circondava; ora non mi adeguo al vicinato, ma mi incastro. Altro che yin e yang, noi due siamo uno e mezzo e a malapena chiudiamo la poligonale. È così romantico aprirsi all'infinito, ma solo in solitario: ora che ci coniugano al duale, la nostra bolla ci galleggia e basta. Per carità, nessuno si lamenta delle scomuniche comunitarie che giornalmente mi appioppano censurando l'accusa con i cromosomi disadattati che mi rosicchiano i neuroni superstiti. Il mio dna è a forma di dredlock, e ho il pancreas filiforme. Non stiamo negli schemi. Sarò il primo vettore ricurvo della storia, e prometto che il mio coefficiente di attrito supererà il PIL nazionare del 2008. In realtà quando gli occhi bruciano l'ispirazione scoppietta sulle ciglia. Gioco a fare Darwin e collezionare le tue espressioni facciali mi fa sentire come un ornitologo alle prese con un sarchiapone maculato del Madagascar. Altro che iguane spalmate allegramente sugli scogli di qualche terra perduta. Quei rettili là sanno solo sbraitare con le loro lingue morte. Chi vuol intendere intenda. Gli altri lascino me e la Marti cogli orsi e coi cavalli, perché tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri! È interessante osservare come solo all'esasperazione delle cose l'uomo giunga ad una conclusione statica confacente all'ipse dixit aneu provòn contrariòn. Ditemi perché dovrei parlare di me quando so degli altri che mi sbeffeggiano per sentito dire. Più che un serpente che si morde la coda qui siamo arrivati al canarino che si abbraccia con le ali. Una specie di autoc...

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Comments: 0 | Views: 218Last Post by: Jericho XVIII (29/3/2010, 21:16)
 

B_NORM    
view post Posted on 21/3/2010, 13:08 by: Jericho XVIIIReply
Stamattina Roma mi puzzava addosso. Mi lascio trascinare da un odorato tossicodipendente che sniffa profumi, sapore di te. Il mio pigiama bianco macchiato di sogni che non avevo mai fatto. Guardo le mani palindrome e le cicatrici senza più una storia, chiedo a Papa e vescovi risposte sulla storia universale in generale, e sulla storia generale in particolare. Probabilmente il mio tirare in ballo situazioni e persone realmente esistenti irrita l'identità di qualcuno che vi basa i propri dogmi esistenziali. Emuliamo le nostre password per entrare nel mondo celere, per favore. La cerebrostasi mi inebria i sensi e la mente non sa più se perdersi o continuare a cercare. C'è solo verità e la menzogna cosa fa? Crede o si inganna? Arriverà prima o poi il momento in cui qualcuno troverà un contesto a tutti questi paradigmi schizolabili. La mia orgia di parole è sempre rimasta incompresa, quanto o più la Guernica e le ore fiore di Klimt messe insieme. Allora ascoltare stupidi documentari amatoriali serviva a qualcosa. Ciò che è inutile invece si nasconde nei furti di licenza poetica da parte di chi di poesia in corpo proprio non possiede. Censuratemi le grazie, le promesse che non capireste mai, la captatio benevolentiae. Ho smesso di sbagliare per farmi corregge da un po'. Adesso mi limito all'epocale, al fantascientifico, all'onirico in particolare: ed è vero che meno ti fai vedere e più è facile ascoltarti, perché troppo spesso gli occhi interferiscono su quello che le orecchie dovrebbero fare. Mi torna in mente Bob Dylan e la blasfemia dei cognomi, di quel vecchio nel film che biascicava nomi di mostri e farfalle in via d'estinzione. Un po' fuchi siamo anche noi: superflui senza una scelta esterna. Ma di solito non è il sole a rompere la culla dei bachi da seta. L'orgoglio e le zanne, i gabbiani e Mark Twain: dopo quel bacio sono stata meno umana* di quanto avessi mai sperato di apparire. Nelle canzoni trovo ancora tracce di giudizio umano e superstizioni biotecno. I correttori automatici no, non ce l'hanno un cuore, ma io probabilmente sì, e lascio che mi si esaltino i polpastrelli per gli equini scarlatti che braccano i miei enunciati. Malgrado Belgrado si possono tigrare fogli e sbaragliare il passato con qualche trama greca a forma di svastica. Le ali mi divelgono le scapole e le vertebre si fanno di calore umano. Nessuna siringa, niente Betlemme e incenso, solo qualche cane per tenerci compagnia quando le note di una chitarra scordata spengono le stelle. Lasciateci dormire. Mano nella mano, stretti e vicini, incuranti del resto, come i ragazzi di Prevèrt, come gli dèi e le ninfe di Omero. Niente di più bello dello stomaco sciolto al caldo, gli U2 nelle orecchie tue e mie, il viso nascosto nell'incavo del tuo collo. La nostra che era una bolla sì, ma di sapon...

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Comments: 0 | Views: 59Last Post by: Jericho XVIII (21/3/2010, 13:08)
 

B_NORM    
view post Posted on 19/3/2010, 13:13 by: Jericho XVIIIReply

Step back I have no idol
Don't leave it,
You live slow
Keep by mind this title
Forget me, what's up
Forgive me, fuck up
No role, no rules
My head snap
Seek your way
No easy play
I gotta game
Rewind, rec, head on, delay
Time goes by
No clock stops for me
I'm not ready to die.



Trovato su una colonna alla stazione degli autobus di Urbino, Mercatale.
Comments: 0 | Views: 1,092Last Post by: Jericho XVIII (19/3/2010, 13:13)
 

B_NORM    
view post Posted on 18/3/2010, 20:45 by: Jericho XVIIIReply
Rileggo testi incompiuti e capisco che forse essere scrittore consiste proprio in quello, nel lasciare le cose a metà, nell'osservare in silenzio le scadenze della vita, nel nascondersi per vent'anni in un appartamento del Bronks.
Anche i brutti ceffi e le puttane hanno bisogno di baci, e io li ho visti salutarsi così senza una parola. Penso che se fermassi gli anziani per strada avrei più risposte da dare di quante me ne siano state chieste da intere generazioni di miei coetanei. Mi perdo ora, ho paura. Tremo perché un giorno forse non inizierò più le frasi con le congiunzioni, o smetterò di vedere le stelle cadenti. Ora che sono una cometa e sai il mio nome, ora che il cielo non fa più paura a nessuno, ora che ho un odore tutto mio e tu un sapore tutto tuo, ci sono più cose da perdere di quante ne ho guadagnate in una vita intera. Ed è per questo mi sento esplodere. Perché ora ne vale la pena, e nelle vene ho argento vivo che non arrugginirà facilmente in sangue bronzato.
Mi sento un'idiota troppo spesso, so di sbagliare. Ancora non riesco ad essere me stessa e a conciliare quei due mondi che si aprono da quando ho congiunto le tre porte di Uyulala - niente specchi, stavolta, né sfingi, né virgole. Continuo a chiedermi se Alice s'intenda di falegnameria o faccia bird-watching nei week-end, o perché il t9 renda la fece un frutto di bosco. Dillo bene, scandisci le parole, non andartene più. Non so neanche io chi prego, ormai, come se ce ne fosse bisogno. Mi sento più nuda con le lacrime agli occhi che davanti allo specchio come ieri, con solo l'intimo addosso, mentre facevo finta di non essere me e tentavo di conciliare quello che vedevo con quello che mi porto dentro. In realtà è tutto così perfetto. I tuoi occhi che guardano lontano, io che li guardo sfiorare l'infinito e poi tornare da me. Come i gatti e il tramonto. Poi non prendetemi in giro se mi sento le ali sulle scapole, non meravigliatevi se mi lascio piume sul cuscino, se nei sogni non affogo più. Penso di averci lasciato l'anima, su quelle labbra, solo per un po', di aver chiuso gli occhi davvero per la prima volta dopo chissà quanto. Sento le stesse note in testa, continuamente, e non so dare loro un nome. Tutto mi vola accanto, tutto mi ascolta mentre brillo in silenzio. Oh, sì, tu splendi, amore mio, e quanti altri modi ci sarebbero di chiamarti, adesso che non è più troppo presto e tardi, ora che perdere l'autobus è regalare quella cosa che hai tenuto dentro di te da sempre. E sono felice di avere aspettato, sono felice di averci creduto, di aver sperato, felice di tutte quelle lacrime versate, di quelle risate inutili, di tutti gli errori, di ogni cosa, perché grazie ad ogni singola cosa sono arrivata dove sono adesso. In realtà tu sai che il tempo non lo fermeremo più, perché davanti abbiamo so...

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Comments: 0 | Views: 48Last Post by: Jericho XVIII (18/3/2010, 20:45)
 

B_NORM    
view post Posted on 18/3/2010, 20:41 by: Jericho XVIIIReply
« Cos'è successo? Vento che mi frusta le ali, sangue che ne macchia le piume scure. Gonfiore. Dolorante il petto, le labbra, le dita, persino le provocazioni hanno un che di sfiancato. »
“Non lo so”. Non è vero, noi sappiamo tutto, è che non abbiamo il coraggio di darci le risposte. Oggi mi chiedo se metteranno fiori sulla mia tomba o lasceranno qualche biglietto. Padre, con la terra in bocca non posso diffondere la tua parola. Sarà che sono una fottutissima adolescente, sarà che con queste cose sono sempre pronta a delusioni, ma in questo periodo le religioni mi fanno sempre più schifo. I won't have god but me. Analisi grammaticale; fanculo, cambi un pronome e il mondo si ribalta. La mia volgarità deride i poveri di spirito, ma con la redenzione mi ci lavo i denti. E' inutile questionare. Non esiste dio senza spalle da voltare a qualcuno. Io mi rifiuto di celebrare la morte di un uomo che ha unto il legno di una croce col suo sangue, e lo amo perché era uomo, non perché figlio di un dio impossibile. Mi hanno detto guardati attorno, come è possibile che tutto questa bellezza possa esistere? E' per questo che io credo! E io ho risposto: perché scaricare le responsabilità a qualcosa che non ha mai avuto diritto di parola? La mano del Signore ha i calli sulle dita. Lasciatelo piangere le sue nuvole all'orizzonte, lasciatelo compatire questa terra di cartone. È tempo ormai che gli uomini tornino a scontare le loro colpe ed a riconoscere i loro meriti.
La mia amica e le sue felpe dentistiche. Il cerebroastro disegnato in un angolo della nostra vecchia città stanca. Lo chiamavano pazzo perché diceva la veirtà. La neve che, invece di cancellare il passato, incide altre parole e riempie di bianco quel vuoto incolore nella mia testa. Altra carta, per favore. Da disegno. Skins. Cartine. Fumare. Lesioni. Dolore. Victoria. Se solo mi fosse concesso parlare, raccogliere al volo tutte le foglie morte di quell'autunno che mi manda cartoline piene di ricordi. Non facevo palle di neve, scavavo con le unghie in cerca dei boccioli. Viva la terra. Anche se me la getti in faccia.
Sono una ragazza che non può uccidersi; questa sarebbe impotenza? E la chiamate così la pelle che brilla per il sole, così umiliate i nostri sguardi giovani e questi occhi ancora vogliosi di osservare, che mangiano avidamente ogni singulto d'esistenza? Prendi fiato, respira. Respira per farmi respirare.
Pochi tramonti da guardare, Piccolo Principe, troppi rigori da tirare in porte portesi. Di attivo e passivo non esiste solo l'elettorato. Ho cercato di capire perché, se unite, le nostre mani calde e fredde sembrano palindrome, con le tue dita piatte fredde di carezze, le unghie che non mangi più, quelle mani veloci che incantano quando giocoli e che forse ora faccio un po' mie. Non te ne accorgi m...

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Comments: 0 | Views: 101Last Post by: Jericho XVIII (18/3/2010, 20:41)
 

B_NORM    
view post Posted on 2/2/2010, 21:03 by: Jericho XVIIIReply
Mi sembra che ogni canzone parli di te, di noi. Ora che vorrei solo partire, lasciarmi alle spalle tutto una volta per sempre, sulle note di qualche poesia sussurrata dalla tua voce.
Ragazzo tenebra. Ogni volta che poggio le dita sulla tastiera e inizio a battere quello che ho in testa, o impugno la penna, o la matita, e inizio a tracciare piano le linee del mio pensiero, so che tu ci sei, da qualche parte, e sto bene. Non hai bisogno di me, per essere felice, vero? Va bene. Basta che tu sia felice, sai? Non c'è dio, non c'è persona in questo mondo che ti sia accanto, quando ti chiudi in te. E io lo vedo. E mi avvicino. Me lo lascerai fare? Mi verrai a cercare? Lascerai che si spenga, l'eco delle mie domande, o canterai anche tu un po' con me, alle stelle e al cielo che condividiamo?
Come angeli, mutanti di un'epoca che si rifiuta di tornare. Nostalgici. Ci sprechiamo nella malinconia. Passerei tutta la vita a rimpiangere tutti i tuoi sorrisi, lontana da te, mentre cammini su una terra diversa dalla mia. Oppure no. Oppure potremmo smettere di far finta che tutto questo non esista, e iniziare ad esistere veramente, l'uno per l'altra, fare quello che nessun altro è riuscito a fare.
Sai quanto sei speciale? Sei miliardi di persone su questa terra, e io ho scelto te. Non perché sei vicino, non perché ti fingi più di quello che sei. Perché riesco a respirare ormai solo quando tu lo fai accanto a me, e ogni istante che ti lascia vivere allontanato da questa misera vita che mi trascino sulle spalle è apnea. Perché ho ascoltato il tuo petto alzarsi ed abbassarsi al mio fianco, e mi è sembrato che il mondo respirasse accanto a me, e in quell'aria che ti finiva nei polmoni ho sentito più parole di quante tu me ne abbia mai dette. Eppure vorrei ancora starti a sentire, ascoltare. Dedicarmi anima e corpo, sempre che esistano, tutto per te. Perché tu abbia un orecchio ad ascoltarti, una voce a confortarti quando tutto si spegne e persino il cuore ha un brivido, semplicemente un abbraccio a scaldarti e separarti dal resto che ci è sempre andato contro, in un verso che non accoglieremo mai. Questo è amare qualcuno, sapere che quel qualcuno ha bisogno di te almeno quanto tu hai bisogno di lui. La certezza di non essere abbandonati mai, di non abbandonare. Potersi aggrappare ad un equilibrio quando la realtà cade a pezzi e la disperazione fa così male da convincerti che il presente sia un incubo. Vuol dire non essere soli. Vuol dire essere pronti a morire per qualcuno, e, aspettando, di vivere per lui. Ragazzo tenebra. Leva gli occhi, io ti guarderei per ore, non sai quante volte l'ho fatto. E basterebbe un tocco, basterebbe la tua carezza su una pelle, la mia, che sai potrebbe tingersi di tutti i colori che vuoi. Lanciati. Spiega le ali ed esplora un po' questo cielo che...

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Comments: 0 | Views: 65Last Post by: Jericho XVIII (2/2/2010, 21:03)
 

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