Jericho XVIII
Avatar

! शान्ति ॐ

Group:
Administrator
Posts:
7,868
Location:
The World That Never Was
Status:
PM  Web 

I n f o

What's her name?
Mi chiamano in tanti modi, ma molto spesso non rispondo. Ho quattordici anni e ne dimostro di più e di meno a singhiozzi. Mi piacciono tante cose, o almeno tento di farmele piacere se non le conosco ancora; ne odio poche. Mi diverto come mi pare, e fondamentalmente mi piace fare quello che mi passa per la testa, per principio.
Inguaribile errante di mondi invisibili, occhio d'ambra e cuore di cristallo. Zanne di pece e artigli d'avorio; ostentare indifferenza è il mio difetto, di pregi ho solo una pelliccia a righe nere.

1 user(s) online
F_ACTIVE
1 guests
0 members
0 Anonymous Members
[ View Complete List ]

Groups legend:
[Administrator]
[Moderator]
[Gemella]
[Member]

Statistics
F_STATS
» RYTHMSofMADNESS _share your panic. |Diario di Un Nessuno {XvIII_} have:
107 articles, 1,200 comments, 71 members,
4,194 total visits, 2 monthly visits

The newest member is Zegona


Chat
  1. 29/12 23:44 ~Blasto: Bazzicavo negli archivi del fu PMD e ho ritrovato il tuo profilo :D Quanto tempo è passato...
  2. 11/12 16:58 Jericho XVIII: 23, 2018. Altrove. Qui.
  3. 11/3 21:44 Jericho XVIII: 2017
  4. 1/5 17:04 Jericho XVIII: Chiaro, no?
  5. 9/10 20:13 Jericho XVIII: 20.
  6. 26/8 2:39 Jericho XVIII: Of course.
  7. 25/3 14:36 Jericho XVIII: Again.
  8. 28/2 0:20 Jericho XVIII: Tanti
  9. 13/12 15:10 Jericho XVIII: Aggiornamenti.
  10. 13/3 23:02 Jericho XVIII: Passano anni. L'età è rimasta a quattordici, quindici. Dentro: uguale. Fuori: diciotto. Quasi
  11. 6/2 16:30 ~Blastø: *appare dal nulla* yay! *scompare nel nulla*
  12. 6/9 23:32 Joy XXXVII: Joy, and eternal happiness~
  13. 14/8 23:53 ~Blastø: *sbuca dagli abissi più profondi sprigionando un'enorme quantità di follia che si diffonde per tutto il blog* °°
  14. 30/10 3:02 «Joshua»: NOUUU ZZEKU NUU
  15. 10/10 19:56 Jericho XVIII: Mangia Zeku :asd:
  16. 8/10 18:07 Ænema: Ho fame.
  17. 3/9 12:27 Jericho XVIII: no time, no space, another race... Tag resettata nuovamente.

Smilies

Last comments
15/5 17:28: Jericho XVIII in Saragat Splendida
9/3 10:53: Jericho XVIII in FREGATA!!!



Slàin (Saliva)

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 13/3/2013, 23:01
Avatar

! शान्ति ॐ

Group:
Administrator
Posts:
7,868
Location:
The World That Never Was

Status:


Che tanto a piangerci addosso ci si arrugginiscono solo le guance. Sento una forza nuova dentro, un nuovo linguaggio da tradurre, fuori tutto esplode e come argilla tengo la mia vita tra le mani anche se sembra sfaldarsi ogni volta che il mondo mi costringe ad annaffiarla. Mondo e Teatro, Teatro e Mondo, quello finto-vero è da un po' che fa lack, quello vero-finto è sempre più finto è sempre più reale, ma no, Carlo G., non m'è d'ispirazione soltanto, non sono un grande Demiurgo fricchettone, un Ermete Trismegisto che nel brodo primordiale guarda e descrive, ordina e conduce, no, io ci sono in mezzo, e non posso prenderlo soltanto come Musa perché non sta fermo, non si lascia ritrarre e basta, mi vuole parlare, mi consiglia e mi critica, mi umilia e mi esalta, mi sorride e mi volta le spalle. Che di spalle di questi tempi ne ho viste abbastanza. Spalle su cui non ho mai pianto che all'improvviso trovo girate per sempre, chiuse come la Porta di Corno, quella degli incubi, o era l'altra?, ma insomma per sempre perse, e lei mi dice di sì e lei mi dice di no, ma un perché non c'è un perché non c'è. Sembra tutto così musicale se lo ascolti ad occhi chiusi. Stamattina sullo schermo di vetro il cielo sfilava su una passerella di occhi e le nuvole giocavano sulle sue forme celesti con un vedo-non-vedo che mi ha fatto battere forte il cuore. Quella tv che si spegne soltanto quando cala la sera, e che funziona senza elettricità perché le stelle di notte non fanno più spettacolo ma sono spettacolo. E devo continuare a convincermi che di giorno ci sono, solo che c'è qualcosa che brilla più forte di loro, e magari è così anche per la gente, se non vengono fuori è perché qualcosa di più grande mi abbaglia ma: ma, ma, ma, Leda, piccola, la luce in loro c'è, devi soltanto crederci, prendere un biglietto e tuffarti nel vuoto. Il cielo si accende anche per te ogni mattina, anche se l'alba sembra più la prova tecnica di un concerto che aspetti inizi da una vita. Perché forse le prime note le hanno già suonate, e sei soltanto tu che non te ne sei accorta. Ad esempio la sua pelle. La sua pelle liscia; forse che non canta? Forse che non la riesci ad ascoltare, ogni giorno col tuo orecchio sensibile sulla sua superficie piatta e il tentativo di sentir fiammeggiare qualcosa dentro di più grande dei tuoi sogni, che ne bruci i confini, che ne rischiari le speranze. Perché di speranze si vive, si vive di speranze verdi, e Kermit aveva ragione perché in questo stagno di pesci idrofobici essere verdi è sempre più un'impresa. Canteranno le mie gesta sulle carte igieniche del futuro. I miei figli leggerano del Papa e di papà, del latino e delle esponenziali, della rabbia e del dolore, del piacere e del blu dell'inchiostro, delle letture e del sonno perso, dei compiti mancati e delle mancanze incompiute, dell'affetto wireless e di quello che si spegne quando non lo palpi per bene, perché sotto l'assenza delle tue dita si sviluppa rapito il tumore dell'indifferenza e quando te ne accorgi ormai hai calore troppo lontano per catturarlo più. Ma funzionerà? Funzionerà veramente, decidere? Mettersi in gioco, comprare il biglietto senza aspettare il controllore, o non comprarlo e diventarci, controllore, funzionerà prendere una scelta, trasferirsi via, viaggiare, correre, fotografare, dimenticare, ritornare, sognare e fare della pratica onironautica il morning commute della mia gen? Siamo come Pokémon, iniziati presto e lasciati andare più presto ancora, che ormai ci corriamo avanti senza sapere più quanti siamo o che nomi abbiamo, sapendo soltanto che: siamo. E pure tanti.
Ho bisogno di sole e di più punte, mi sento smussata, addolcita, ammorbidita dall'inattività – eppure quanto! Forse mi discosto dalla strada, ma tra i talloni l'erba fresca è dolce e bagnata. Piacevole, se solo mi ricordassi di sfilare i sandali. San Francesco oggi inizia a camminare, i veli a stendersi, l'autostima a calare. Io devio sulla mia stessa via, come un ubriaco a zig-zag nella sua corsia, faccio rime ma me ne dimentico e nelle zampe grigie e bianche su questo panno tirato intravedo i codici perduti di una lingua che parlano soltanto il mio cervello e le mie mani, e che ai miei occhi appare soltanto come un misticismo vago e sfocato. Okay, forse non avevo esattamente previsto questo momento, ma lungi dal non averlo mai considerato. Mi dispiace; io sto in mezzo. Non cado, oscillo. Non vendo, baratto.
Non dimentico. Ospito.
E parto su un'altra nave, figlia di un altro capitano, amante di un cartografo, madre di un clone di carta che sa parlare meglio di me ma conosce più gente, con altre pagine da riempire, altri sorrisi da spargere, mani da stringere, posti da visitare, pronta a perdermi con un ghigno sulle labbra, le zanne ancora affilate, l'ululato roco in gola, pronto ad esplodere come il piombo dentro i miei cannoni. Quindi la scialuppa si allontana col condannato a vita che canta come De Gregori alla luna, i marinai lo guardano, un branco di delfini lo porterà alla perdizione della salvezza. Noi ammainiamo le vele, ci ricordiamo di un altro mondo più lontano, nostalgici salutiamo il sole arrampicati sul sartiame come scimmie nei marsupi delle madri, e ci fingiamo bambini, perché alle due meno un quarto circa tutti in coperta, nudi come farfalle, a raccontare una storia, a raccontare storie, a colorare con la magia il legno e il sonno delle nostre dannazioni, il grigiore del nostro maledirci e a prendere, con il cuore il mano, un'altra boccata di aria pura per sopravvivere in questo mondo anaerobico.
Che tutti inghiotte, ma che non mastica nessuno.
Credo.
 
Web  Top
0 replies since 13/3/2013, 23:01   39 views
  Share